MOTO CLUB YESTERBIKE

Intervista a Perrone



Gianni Perrone, scomparso recentemente era nato a Roma il 5 giugno 1939. Ha corso ininterrottamente per circa 25 anni come pilota privato, dal 1956 al 1980, estendendo la sua attività agonistica anche fuori dai confini nazionali, ma la sua passione per le moto d'epoca è nata prima ancora che smettesse di correre. Figlio della buona borghesia capitolina, la sua famiglia in passato possedeva un'industria che fabbricava guanti, con un negozio in piazza di Spagna affacciato sulla Trinità dei Monti e un altro punto vendita all'hotel Hilton. La crisi degli anni Settanta determinò la chiusura di quell'attività e di quello storico negozio a piazza di Spagna, reso famoso da una cliente coronata: la regina Elisabetta II che un giorno, in visita a Roma, entrò nel negozio di Perrone ed acquistò un paio di guanti.



Passione d'epoca

Girava il mondo per comprare o rivendere moto d'epoca di cui era uno dei massimi esperti, non solo in Italia ma nel pianeta, insomma una Treccani delle due ruote. L'ex pilota romano raccontava di quel mondo che si affaccia sul passato, ma dove talvolta la passione è inquinata dalla truffa perchè, anche se può sembrare incredibile, ci sono falsari che operano e prosperano ai danni di appassionati ingenui ed inesperti...

Gianni Perrone era un personaggio trasparente come l'acqua della sorgente. Sprizzava romanità da tutti i pori. Con un carattere particolare: non tutti gli erano simpatici e lui non era simpatico a tutti. Ma puoi starne certo: per lui due più due ha sempre fatto quattro. Sempre che tu gli sia andato a genio, altrimenti la calcolatrice nemmeno la tirava fuori. Insomma era uno che diceva quello che pensava e, soprattutto, quello che pensava te lo diceva. Non faceva sconti a nessuno. Nemmeno a se stesso. Del tipo: Io sono un ex mediocre corridore . Ma sottolineava: Non sono un mercante di moto. Amo collezionarle, averle, scambiarle, e desidero possedere soprattutto quelle con cui ho corso. Le compro e le vendo, ma solo per passione. Eppoi mi diverto a fare il giornalista.

A parte una vetrinetta piena di vecchie Leica che aveva in casa, raccoglieva tutto ciò che parla di moto. Riviste e archivi fotografici compresi. Gianni era una Treccani vivente del motociclismo. Prendi un'immagine di una corsa di 30 o 40 anni fa. Un particolare di un casco, una moto, un numero di gara gli bastavano per abbinarli a un nome. E non sbagliava. Mai. Eppure Gianni Perrone era più conosciuto nel mondo che a Roma, dove era nato e ha vissuto ininterrottamente. E in quella sua schiettissima romanità spesso apparivano sprazzi di romanticismo. Come: Mi riempie la vita di gioia il fatto di essere convocato insieme a piloti leggendari del passato in manifestazioni storiche all'estero . E quando lo diceva i suoi occhi iniziavano a brillare. Aveva rapporti confidenziali con tutti i campioni del passato, italiani e stranieri. Da Giacomo Agostini in giù. Ma con uno di loro aveva un legame particolare. Non uno qualsiasi, ma una leggenda vivente: John Surtees. l'amico più caro che aveva. Sono legatissimo a lui. Era il mio idolo quando ero ragazzino. E ora a distanza di tanti anni avere la sua amicizia per me è una cosa stupenda, che mi inorgoglisce . Ma con Perrone si doveva parlare soprattutto di moto d'epoca. Perchè era un'enciclopedia da consultare. Nonchè uno dei maggiori esperti al mondo.


Come sta andando il mercato delle moto d'epoca?

Si è ristretto moltissimo - raccontava - per una serie di ragioni. I prezzi sono lievitati in maniera abnorme. Si chiedono cifre assurde anche per una vecchia Vespa o una Lambretta. Se poi il venditore trova il fesso che quei soldi glieli dà, quella quotazione fa prezzo. Sui pezzi più pregiati, invece, c'è il problema dei falsi. Ce ne sono troppi in giro e qualcuno la fregatura l'ha presa.


Ma esistono i falsi anche nelle moto storiche?

Certo. Quando una moto vale oltre centomila euro è più economico rifarla. E per riconoscere la patacca bisogna essere molto molto competenti. Su un quadro si può risalire all'età della tela. Il metallo non ha età. Un tubo di un telaio è sempre un tubo. Si rifanno gli stampi ed ecco ricomparire vecchie Gilera o Mondial da corsa, ma anche Aermacchi e Rumi di serie trasformate fraudolentemente in moto da corsa. In tanti ci sono rimasti scottati. È difficilissimo distinguerle. Io ad esempio quando devo comprare una moto faccio prima le radiografie al venditore, quindi ricostruisco la storia del mezzo e il suo dna. Il falso poi è un fenomeno tutto italiano gestito da italiani, da alcune persone con pochi scrupoli che producono piccole serie di moto e le rivendono a prezzi esorbitanti.



Esistono ancora belle moto che riposano impolverate nelle stalle dei contadini o nelle cantine?

Il barile è stato raschiato a fondo, non si trova più niente. Anche perchè in giro ci sono cacciatori che per anni lo hanno fatto di mestiere. Un colpo di fortuna può ancora capitare, ma è sempre più improbabile.



Il tuo miglior affare?

Anni fa trovai una Gilera Saturno da cross in un fienile. Mentre un altro bel colpo fu nel Viterbese quando mi chiamarono per liberare il sotterraneo di un locale dove c'erano Mondial da corsa e ricambi. Fu un gran bell'affare, ma parliamo di tanti anni fa. Oggi è praticamente impossibile che accada. Semmai si può comprare qualche buon pezzo da qualche vedova di collezionista. Non si faranno grossissimi affari, ma si pagano sempre meno.

La moto che vale di più?

Una MV da corsa anni 60 o una Honda a sei cilindri di Hailwood o Redman sono pezzi preziosissimi. Ci sono poi le repliche, tipo quelle che fa Marcellino a Torino di Guzzi 8 cilindri; si trovavano a 250 milioni di ex lire e lui, essendo una persona onesta, non le spaccia per originali.

La moto che sogni di possedere?

Una MV Agusta di Surtees .


Su quali moto moderne investiresti?

Una moto di pochi anni fa che è già ricercatissima è la Honda RC 30; stanno salendo anche le Ducati 851 e 916. Mentre cominciano a costare sempre più care le Kawasaki 500 e 750 tre cilindri due tempi e le 900 testa nera".


E quali moto attuali diventeranno preziose in futuro?

Senza dubbio la MV F4 e le Ducati superbike.


Ma secondo te è meglio acquistare una moto restaurata o da restaurare?

Non si può generalizzare. Ad ogni modo penso sia meglio orientarsi su un mezzo restaurato. Acquistare un mezzo distrutto può significare un'odissea per il ripristino che presenta grosse difficoltà, sia nei costi che nel reperimento di ricambi, e che può portare a spendere cifre superiori al valore reale del mezzo.


All'estero si organizzano appuntamenti importanti per moto storiche. In Italia invece poco o niente, perchè?

Ad Assen o in Inghilterra quando c'è una grossa manifestazione si contano anche 40.000 spettatori, qui invece non viene nessuno. L'investimento è elevato e l'incasso è scarso. Organizzare costa moltissimo: c'è l'affitto dell'autodromo, le spese dei piloti che vengono dall'estero. Costa troppo insomma, e non si rientra nemmeno delle spese.


Quanto costava avere John Surtees con le sue MV a una manifestazione?

Neanche moltissimo. Surtees era un vero signore e chiedeva solo un rimborso spese. Per averlo in Italia servivano circa 5.000 euro, che non sono neanche tanti considerando che doveva muovere un camion dall'Inghilterra con autista e meccanico e ci sono le sue spese di alloggio e viaggio. E inevitabilmente mica lo si poteva far viaggiare con un volo della Ryanair...


E Agostini?

Lui è venuto volentieri a una manifestazione che ho organizzato.
Quanto mi ha chiesto? Nulla.